Sulle vesti e gli accessori femminili

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Meidias Painter, lebete, Museo del Louvre CA1861 (425-400 a.C.)

 

Finalmente una vostra richiesta! Alessandra mi ha contattato chiedendomi di scrivere un articolo sul vestiario femminile nell’antica Grecia. Argomento interessante e basilare per una corretta descrizione e interpretazione delle scene dipinte sui vasi e che offre molti spunti di riflessione…

ABBIGLIAMENTO FEMMINILE GRECO
  • Peplo (πέπλος)

Era un rettangolo di lana avvolto intorno al corpo, per tutta la sua lunghezza, e appuntato su entrambe le spalle mediante fibule. La parte superiore era ripiegata e formava un riporto di stoffa, detto apòptygma.

Tipi:

1. Peplo aperto. L’apòptygma passava sotto l’ascella sinistra, mentre il lato destro rimaneva aperto.

2. Peplo chiuso. Il lato lato destro veniva cucito.

Entrambe le braccia rimanevano scoperte. Poteva essere indossato con una cintura. Ben documentato soprattutto nella ceramografia attica della prima metà del VI secolo a.C.

peplo doricoFoto da about.com

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Menade con peplo, chous ARV² 1608 (475-425 a.C.). Foto da Beazley Archive

  • Chitone (χιτών)

Era formato da due rettangoli di lino, i ptèryges, cuciti lungo l’asse dell’orizzontale superiore in modo da lasciare tre ampie aperture per le braccia e la testa. I bordi, una volta ricaduti, formavano larghe maniche che ricoprivano le braccia. Poteva essere indossato con una cintura.

chitone Foto da Beazley Archive

  • Himàtion (ιμάτιον)

Era un mantello di stoffa rettangolare, indossato sopra il chitone o il peplo, per coprire spalle e testa. Poteva essere indossato o coprendo entrambe le spalle o sistemato in modo da coprirne solo una e, in questo secondo caso, era passato sotto l’ascella opposta e allacciato sulla spalla coperta, in modo da attraversare obliquamente il dorso. Poteva essere sistemato semplicemente sulla spalla sinistra, passato sotto l’ascella destra, in modo da coprire la vita, e tenuto dal braccio sinistro.

himation Niobid Painter, hydria ARV² 422.52 (460 a.C.). Himàtion indossato su un chitone. Foto da Perseus Digital Library

  • Epiblema (επιβλημα)

Un piccolo scialle indossato sopra il chitone e di solito fissato a una spalla. Era o indossato liberamente, come un piccolo himàtion, o fissato su entrambe le spalle.

  • Apodesmo (απόδεσμος)

Antenato primitivo del reggiseno, era una stretta fascia con la quale si fasciava il seno.

  • Pedilon (πέδιλον)

Antenato del sandalo, era costituito da una pianta in cuoio, della forma del piede, saldata alla caviglia tramite stringhe.

  • Sandalo (σάνδαλον)

I sandali, calzature sia maschili che femminili, erano formati da una suola, l’ipodema (υπόδημα), tenuta aderente al piede da una striscia di cuoio (ζυγός), che copriva le dita, e stringhe. Potevano essere colorati.

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Oltos Painter, kylix ARV² 1600.20 (525-475 a.C.)

  • Embás (ἐμβάς)

Era un modello di scarpa chiusa, una sorta di stivaletto in pelle, probabilmente di origine tracia, sia maschile che femminile. Poteva essere alto o basso e colorato. All’esterno vi era un risvolto all’estremità superiore (ptèryx).

embas

Darius Painter, cratere a calice (340-330 a.C.). Foto da Museum of Fine Arts Boston

  • Endromide (ἐνδρομίς)

Come l’embás ma senza il ptèryx. Poteva arrivare al malleolo, fasciare il polpaccio o arrivare sino al ginocchio. Allacciato per mezzo di stringhe intrecciate tra loro o a zig-zag attraverso appositi fori, a volte lasciava scoperte le dita del piede.

endromide

Meleager Paianter, cratere a calice ARV² 1410.14 (400-300 a.C.). Foto da Beazley Archive

  • Diàbatron (διαβάθρον)

Pantofola. 

  • Baucides (βαυκίδες)

Letteralmente “scarpine”. Erano le eleganti calzature delle etere (ἑταίραι, “cortigiane”), la cui caratteristica era che ne aumentavano l’altezza. Potevano avere la suola lavorata in modo da lasciare un messaggio sulla polvere della strada (inviti ad essere seguite, in prevalenza). Cfr. unipd.it

  • Krédemnon (κρήδεμνον)

Velo che copriva il capo.

  • Pólos (πόλος)

Era un copricapo cilindrico o quadrangolare, usato prevalentemente in ambito sacro e cerimoniale.

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Divinità femminili con pólos, kalathos, Museo Nazionale di Atene inv. CC685 (575-525 a.C.). Foto da Beazley Archive

  • Sàkkos (σάκκος)

Era una cuffia nella quale erano raccolti i capelli.

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Icarus Painter, lekythos ARV² 698.52 (475-425 a.C.). Foto da Beazley Archive 

 

A.R.

 

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2 commenti

  1. Alessandra

    Grazie per aver accettato di fare un post sull’abbigliamento delle donne greche. La professoressa ha assegnato una ricerca da portare per la festa delle donne e io ho scelto l’antica Grecia. Mi hai salvato perché in internet ci sono molte notizie ma tutte diverse tra loro e poi senza le figure non capivo bene la forma dei vestiti, soprattutto del chitone e del peplo. Mi ha colpito la storia delle scarpe delle cortigiane, è piaciuta a tutti! Grazie ancora e alla prossima ricerca, Alessandra

    1. Ciao Alessandra, è stato un piacere aiutarti. Sul web purtroppo non tutto quello che trovi è corretto e molti indumenti non sono neanche citati. Non posso che concordare col tuo pensiero inerente le baucides delle etere, sia perché è da considerare come l’odierno “tacco 12” sia per quella chicca della scritta lasciata sul terreno. Grazie a te per avermi contattato e per questo commento…alla prossima ricerca!

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