Gli strumenti musicali: la salpinx

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Sappho Painter, frammento di epinetron, Eleusi – Museo Archeologico inv. 907 (525-475 a.C.). Amazzone suona la salpinx.
Squilli di trombe, è proprio il caso di dirlo, e iniziamo…

Il progetto finalizzato ad illustrare gli strumenti musicali nell’antica Grecia è iniziato qualche giorno fa con la pubblicazione di un approfondimento sull’aulòs. Oggi continuiamo con la sezione degli aerofoni: analizziamo la salpinx, strumento musicale  simile ad una moderna tromba, utilizzato in campo militare, civile e religioso, ma non per produrre musica d’accompagnamento. 

Gli strumenti musicali nell’antica Grecia sono numerosi e le immagini vascolari sono una fonte essenziale per capirne struttura e utilizzo. Iniziamo…

La salpinx fa parte della sezione degli aerofoni ed infatti è uno strumento a fiato.

È formata da una lunga canna in bronzo priva di fori, composta da un’imboccatura, da segmenti inseriti l’uno dentro l’altro e un padiglione in bronzo a forma o di imbuto (vedi l’esemplare di Boston a fine articolo) o di calice (kodon) posto alla fine, come una moderna tromba. La lunghezza varia da 60 a 120 cm circa.

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Hypsis Painter, hydria ARV² 30.1 (525-475 a.C.). Salpinx con padiglione finale a forma di calice.

L’imboccatura è di due tipi: il primo consiste in un bocchino in avorio sul quale poggiano le labbra, il secondo è simile all’imboccatura dell’aulòs, infatti nelle raffigurazioni vascolari il suonatore indossava la phorbéia, una specie di imbracatura in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui erano inseriti i bocchini dello strumento, tipica dell’aulòs.

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Bowdoin Painter, kylix, Virginia – Collezione privata, 11674 (525-475 a.C.). Giovane suona la salpinx e indossa la phorbéia.
Secondo il mito fu Tirseno, figlio di Eracle, l’inventore di questo strumento, poi introdotto in battaglia dal figlio, Egeleo, nella spedizione degli Eracladi contro il Peloponneso. Si tramanda, infine, che Egeleo in persona innalzò ad Argo un tempio ad Atena dalla Tromba (Cfr. P. Grimal, Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, p. 188).

Le fonti antiche ne descrivono il suono prodotto come molto acuto (Eschilo) o simile al barrito di un elefante (Aristotele).

Lo strumento era indispensabile in battaglia, perché usato per produrre i segnali militari (vedi le immagini precedenti),  ma era usato anche per richiamo nelle convocazioni civili, in occasioni religiose, nelle gare e durante i giochi.
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Kylix, Firenze – Museo Archeologico Etrusco inv. 81600 (525-475 a.C.). Gara di cavalli.
Una curiosità: nel Museum of Fine Arts di Boston è conservato un esemplare composto da tredici sezioni in osso, con anelli di fissaggio in bronzo posti all’estremità di ciascuna sezione.

Le sezioni hanno lunghezza variabile, compresa tra i 52 e i 148 mm, e la   lunghezza totale dello strumento è di 155 cm. Il bocchino è in osso e, all’estremità opposta, termina con un padiglione in bronzo a forma di imbuto, lungo 318 mm. L’esemplare è corredato di una catena in bronzo, lunga 567 mm e con occhielli alle due estremità, usata per sorreggere la salpinx durante il suo utilizzo.

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Esemplare di salpinx greca del Museum of Fine Arts of Boston. Foto da solotromba.com

Per un approfondimento sullo strumento, consiglio la lettura di A. Petretto, Musica e guerra: note sulla salpinx.

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N.B. Tutte le immagini dei vasi di questo articolo, ad esclusione dell’esemplare di Boston, sono tratte dal Beazley Archive.

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