Una lekythos e i suoi profumi

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Lekythoi. Foto da archive.org.

Finalmente un’altra vostra richiesta!

La giovanissima @Isa mi chiede delucidazioni su un vaso greco che l’ha colpita. Nella didascalia del suo libro di testo è identificato come una “lekythos“. La nostra amica conosce bene questa forma perché l’ha già studiata l’anno scorso ed è convinta che gli autori abbiano sbagliato. Mmmm… e invece no!

Facciamo un passo indietro e cerchiamo di capire questa affascinante forma vascolare.

Ladies and gentlemen…ecco a voi la lekythos!

USI

La lèkythos (λήκυϑος, ληκύϑιον – pl. lekythoi), è un recipiente di piccole e medie dimensioni, atto a contenere olio di oliva e profumi.

Era usato per il bagno degli atleti, per la toelettatura femminile, per l’offerta funebre e, se donato in coppia, come regalo nuziale.

FORMA

In genere ha una forma cilindrica allungata con un collo ristretto, bocca a profilo emisferico e un’unica presa applicata in corrispondenza del collo a congiungere la bocca e la spalla.

CRONOLOGIA E TIPI

N.B. Userò gli screenshots dell’Archivio Beazley e non le foto dei singoli vasi. Clicca nei relativi link in didascalia per aprire le immagini e visionare tutte le altre presenti sul sito: solo così potrai apprezzare davvero le caratteristiche e i cambiamenti.

Iniziamo…

VI SECOLO a.C.
  • TIPO DEIANIRA

Prodotta a partire dal 570 e non oltre il 530 a.C.

Il nome deriva dall’esemplare scoperto dalla studioso Ure nella Necopoli di Rhitsona (tomba 49), sul quale erano raffigurati Herakles, Deianira, moglie dell’eroe, e il centauro Nesso.

Ha un corpo allungato, un profilo ovoidale continuo e un piede definito “a echino rovesciato”. Non presenta la spalla e la bocca è arrotondata nella sommità  e dipinta di nero sia all’esterno che all’interno.

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Gorgon Painter, lekythos tipo Deianira (600-550 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

  • TIPO SUB DIANIRA

Prodotta a partire dal 550 a.C. e non oltre il 530 a.C.

La forma rimane invariata, ma si aggiunge un collo tra la bocca e il corpo del vaso.

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Pharos Painter, lekythos tipo sub Deianira (500-525 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

  • TIPO SHOULDER LEKYTHOS

Prodotte a partire dal 560 a.C.

Rispetto ai tipi precedenti, presenta la bocca più bassa e una spalla (shoulder).

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Griffin-Bird Painter, Shoulder lekythos (575-525 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
MUTAMENTI:

1.Intorno al 540/530 a.C. la bocca diventa meno curva, il labbro più svasato ed è introdotta una riga tra collo e spalla.

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Amasis Painter, Shoulder Lekythos (550-500 a. C.). Foto da Archivio Beazley.

2.Dal 530/525 a.C. il corpo è più alto e cilindrico, la spalla è quasi perfettamente piatta e il piede è a toro (o doppio disco).

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Pittore di Gela, shoulder lekythos (525-500 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
V SECOLO a.C.
  • LEKYTHOS CILINDRICA

Prodotta a partire dal 500 a.C. e realizzata con la tecnica a figure nere fino al 475 a.C. (poi solo a figure rosse).

La caratteristica è la distinzione ancora più netta tra corpo e spalla.

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Pittore di Atena, shoulder lekythos (500-475 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

  • CHIMNEY MOUTED LEKYTHOS (lekythos con labbro a “fumaiolo”)

Prodotta tra il 500 e il 475 a.C., nell’officina del Pittore di Haimon e del Pittore dell’Emperion.

La caratteristica è la bocca che assomiglia ad un caminetto, il corpo è cilindrico e il piede è a disco.

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Haimon Group, Chimney Mouted Lekythos. Foto da Archivio Beazley.

 

  • LEKYTHOS ARIBALLICA (Squat Lekythos)

Prodotta a partire dal 460 a.C.

La caratteristica è un corpo globulare con una base piatta e larga.

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Squat Lekythos (430-420 a.C.). Foto da art.thewalters.org.

 

  • LEKYTHOS A FONDO BIANCO

Prodotta a partire dal 440/430 a.C.

Il fondo bianco è ottenuto con l’applicazione di un’ingubbiatura chiara (per capire meglio di cosa stiamo parlando, ti consiglio di dare un’occhiata alla pagina del menu FASI DI PRODUZIONE, alla voce CERAMICA, e scorrere fino al paragrafo RIVESTIMENTO!). Presenta una pittura policroma.

Era usata prevalentemente nei riti funerari.

Oltre la decorazione, aveva un’altra caratteristica: spesso aveva un doppio fondo rialzato alla base del collo che permetteva di risparmiare sulla quantità di olio inserito all’interno.

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Lekythos a fondo bianco. Foto da ancient.eu.
Bene, adesso abbiamo tutti gli strumenti per capire il vaso indicatoci da @Isa! 

Eccolo:

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Foto da pinterest.com.
Allora è o non è una lekythos? Sì, lo è! Più precisamente è una lekythos ariballica: in realtà il vaso è davvero famoso (ho vinto facilmente!). È opera del pittore Xenophantos, del 380 a.C. e rinvenuta nella Necropoli Panticapaeum (Kerch).

Vediamo la relativa scheda nell’Archivio Beazley:

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Come puoi notare nella scheda ci sono tutte le informazioni che occorrono per la comprensione del vaso e una bibliografia parziale. Splendido non trovi?

Se se curioso di capire meglio come funziona l’Archivio Beazley, vai alla pagina del menu di questo blog  Esercitazione attribuzione vascolare!

Ritorniamo al vaso di @Isa…

La decorazione è sia pittorica che a rilievo e rappresenta dei Persiani, riconoscibili dalle vesti, durante una caccia al cinghiale. Se vuoi approfondire ti rimando a questo importante contributo su ascsa.edu.gr!

***

Lo confesso, come di certo avrai intuito, questa credo sia la mia forma vascolare preferita ed è stato un piacere scrivere questo approfondimento! Nella speranza che vi abbia entusiasmato, vi do appuntamento al prossimo post… Non mancate!

Che ne pensi di queste opere? ti è piaciuto questo articolo? vuoi condividere con me e gli altri utenti un tuo pensiero o un approfondimento? hai qualche curiosità in particolare?

Non aspettare: commenta questo post!

Ti sei perso qualche articolo? Nessun problema, vai sulla pagina Schema articoli del blog e cerca il mito o l’approfondimento che più ti interessa tra quelli già pubblicati… buona lettura!

 

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4 commenti

  1. @Isa

    Wow! Non pensavo che mi dedicavi il post, GRAZIE!
    Nel libro queste cose non c’erano scritte, abbiamo solo studiato i nomi e le forme senza tutti i tipi che invece hai descritto tu. Se c’è qualche altro vaso che non capisco ti riscrivo.
    grazie per la spiegazione

  2. Pingback: La plemochoe e i suoi misteri – La ceramica antica

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