I due volti del cielo. Etere e Urano

Oggi continuiamo col progetto “La volta celeste”…

Dopo gli approfondimenti su Luna, Marte, Via Lattea e Sole, oggi è la volta del Cielo! Scopriamo insieme le divinità, i miti e l’iconografia ad esso collegati…

DEI E MITI

Quando si parla del cielo, si indica Urano come la sua personificazione. La definizione è corretta, ma imprecisa.

Nel mito greco si distinguono, infatti, due Cieli. Vediamo nel particolare:

ETERE – PERSONIFICAZIONE DEL CIELO SUPERIORE

᾿Αιθήρ (Aithér), figlio di Erebo (l’Oscurità) e Nyx (la Notte) e fratello di Emera (la Luce del Giorno), è la personificazione del Cielo superiore, dove la luce è più pura rispetto al Cielo vicino la Terra.

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Etere combatte un gigante con testa di leone. Altare di Pergamo (II sec. a.C.), Fregio Sud. Berlino, Pergamon Museum. Foto da mythologiae.unibo.it.
URANO – PERSONIFICAZIONE DEL CIELO STELLATO, il firmamento, la parte più vicina alla Terra.

Οὐρανός (Ouranós; Caelus) era figlio di Gea (la Terra) e di Etere o di quest’ultimo e di Emera o, nella teogonia orfica, figlio della Notte e fratello di Gea.

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Urano. Altare di Pergamo (II sec. a.C.), Fregio Sud. Berlino, Pergamon Museum. Foto da jemolo.com.
I miti più conosciuti, tuttavia,  sono quelli in cui figura come sposo di Gea, «il Cielo , infatti, copre interamente la Terra, essendo egli il solo della sua misura» (P. Grimal, Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, p. 638).

Da lei ebbe molti figli:

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Foto da P. Grimal, Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, p. 298, tav. 17.

Egli era un tiranno che non permetteva ai suoi figli di sorgere dalla profondità della Terra. Essa era scontenta di questa unione e fu soccorsa dall’ultimo dei numerosi figli, Crono. Egli, con l’aiuto di un falcetto, dono di Gea, evirò il padre e lanciò arma e testicoli in mare. Lo strumento mise radici e si trasformò nell’attuale Capo Drepano (drepanon, falce).

Urano fu quindi spodestato dal suo stesso figlio e a sua volta Crono patì la stessa fine per mano del figlio Zeus.  Altro che le moderne soap opera televisive!

Varianti

Numerose sono le varianti del mito, tra le quali quella di Diodoro Siculo: Urano era il primo re degli Atlanti che insegnò loro i valori della civiltà e a coltivare la terra. Era un astronomo e, grazie all’attento studio dei moti degli astri, aveva inventato il primo calendario ed era in grado di predire il futuro. Dopo la morte sarebbe stato divinizzato e identificato con Cielo. Rimane invariato il legame con Gea, ma risulta ancor più complessa la genealogia e la successione al trono, sul quale salì la figlia Basileia (“la Regina”).

ICONOGRAFIA

Queste due divinità non presentano un grande seguito cultuale, non sono infatti ricordati luoghi di culto a loro dedicati, e di conseguenza sono poco rappresentati nella produzione artistica. Incerta risulta, quindi, l’iconografia.

Certamente Urano ebbe più fortuna.

Splendidi i versi 1141-1158 della tragedia Ione di Euripide, dove si descrive un drappo raffigurante le divinità del cielo:

Prese dal tesoro drappeggi sacri, meravigliosi a vedersi, e fece ombra.

Per prima cosa crea il soffitto dispiegando un’ala di mantelli,

preda di guerra sottratta alle Amazzoni,

dono che Eracle, figlio di Zeus, consacrò per Apollo.

C’erano ricamati Urano che raduna le stelle nella volta del cielo,

Helios che spinge al galoppo i cavalli verso l’ultimo raggio di sole,

trascinando con sé la luce rifuggente di Espero,

la Notte dal manto nero alla guida del carro privo di tiranti,

seguita dal suo corteo di stelle.

Le Pleiadi avanzano in mezzo al cielo,

con Orione che brandisce la spada,

e più in alto l’Orsa volge al polo la sua coda dorata;

e dardeggia, lassù, il disco della luna che taglia in due il mese,

e le Iadi, segnale chiarissimo per i naviganti,

e Aurora portatrice di luce, che caccia via gli astri.

         [Trad. it. di A. Tonelli].

 

Urano, quindi, era associato al firmamento, alla volta del cielo con le sue le stelle: i versi di euripide danno un’idea di come potesse essere rappresentato nell’arte.

In ambito romano è rappresentato in genere come una mezza figura barbata e con il manto aperto ad arco sopra la testa.

Tra le immagini a noi pervenute spiccano le seguenti:

  • quella già citata nell’Altare di Pergamo, dove è raffigurato barbato, con grandi ali e vestito di un’exomìs (corta tunica allacciata su una sola spalla)
  • quella sulla corazza dell’Augusto di Prima Porta.
Augusto di Prima Porta. Particolare con Caelus che stende il suo manto nell’Etere.

 

  • quella sul Sarcofago di Paride nella Villa dei Medici (II sec. d.C.)
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M. Raimondi, Giudizio di Paride, incisione dal Sarcofago di Paride (1525). Foto da engramma.it.
  • quella sul Sarcofago di Velletri (o delle dodici fatiche di Ercole)
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Sarcofago di Velletri. Particolare con Caelus, lato D (II sec. d.C.). Foto da velletri-univercarnevale.it.
CURIOSITÀ

Oggi Urano è il nome di uno dei pianeti del nostro sistema solare.

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Il pianeta Urano. Foto da mozzafiato.info.

Etere, invece, nell’antica cosmologia greca, era il quinto elemento che costituisce le sfere e i corpi celesti e, secondo gli alchimisti, era anche il composto principale della pietra filosofale.

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6 commenti

  1. Pingback: Uova, cigni & co(ccodé) – La ceramica antica

  2. M. Morelli

    Bello questo articolo. Anche se non sono una esperta di questa materia sei contagiosa nel tuo entusiasmo.
    Attira la lettura anche il confronto con le immagini che intercali. Complimenti!!

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  4. Federico

    Bellissimo articolo come sempre. Ho avuto la fortuna di visitare l’ara di Pergamo a Berlino. Ho passato un pomeriggio a cercare di riconoscere scene del mito sui fregi laterali, togliendo e mettendo le cuffie dell’audioguida.

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