Di pochi giorni fa la notizia del ritrovamento, durante gli scavi nel Parco Archeologico di Paestum, di un frammento di vaso attico, probabilmente un coperchio di una lekanìs, con rappresentato il dio Ermes (leggi la notizia qui, qui e qui!).
Cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta…
Come sempre iniziamo dalle basi per capire al meglio la notizia e la sua importanza:
1.Cenni storici e topografici del sito.
Fu fondata dai Sibariti alla fine del VII secolo a.C. allo scopo di controllare la piana a sud e la via del fiume Sele, soprattutto per fini commerciali: era quindi una sub-colonia, infatti a sua volta Sibari era colonia achea fondata nel 721-720 a.C., poi distrutta nella guerra contro Crotone nel 510 a.C.
Il nome deriva da quello del dio Poseidone, ma si veneravano anche Atena ed Hera.
Dal 560 a.C. al 440 a.C. si assiste al periodo di massimo splendore.
Della fase greca conosciamo solo superficialmente l’impianto urbano, formato da tre grandi strade, che andavano da Ovest a Est e larghe da 10 ai 18 metri, intercettate da strade minori larghe 5 m ed equidistanti 35, i templi e alcuni edifici oggetto degli attuali scavi, volti proprio ad approfondire la conoscenza della fase greca.
Tra il 420 e il 410 a.C., i Lucani occuparono la città, mutandole il nome in Paistom.
Nel 273 a.C. la città passò sotto il dominio romano e prese il nome di Paestum. Importante alleata e sempre fedele colonia, fu concesso l’onore di coniare una propria moneta.
Nel corso dei decenni, perse il ruolo primario nel commercio della zona e l’intera area subì un lento processo di impaludamento, costringendo gli abitati dapprima a concentrarsi sulla zona più alta e poi ad abbandonare l’area.
2.Luogo di ritrovamento del frammento
Si tratta di una struttura in blocchi a più piani, “forse una casa o si direbbe quasi un palazzo”, come afferma lo stesso direttore del Parco, nel secondo isolato ad Occidente del Tempio di Nettuno. Ciò testimonia, ancora una volta la grande ricchezza della colonia.
Si tratterebbe, secondo quanto riportato da Carlo Avvisati (leggi qui), di un’abitazione della metà del IV secolo a.C., poi abbandonata intorno al 470 a.C.
Bene, adesso abbiamo tutti i mezzi per capire la notizia e le parole del direttore del Parco Gabriel Zuchtriegel: «Cerchiamo le tracce della vita quotidiana e dell’economia, fatte di pietra, terra e cocci, ma non nego che trovare un bel vaso attico, come ne abbiamo anche dalle necropoli e dai santuari, ci emoziona. Conferma l’alto tono di vita che si intuisce anche dalla struttura in blocchi, forse una casa o si direbbe quasi un palazzo, dei decenni in cui nascono il tempio di Athena e la tomba del Tuffatore».
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Ritorniamo al nostro coccio…
Secondo quanto riportato dall’archeologa Francesca Luongo, si tratterebbe del frammento di un coperchio di lekanìs.
Ma cos’è la lekanìs?
Era una sorta di piccolo contenitore biansato e dotato di un coperchio, in genere con un pomo a disco sulla sommità per facilitare l’apertura.
Sappiamo anche che certamente è raffigurato Ermes, ma chi è?
ERMES
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GENEALOGIA
Figlio di Zeus e di Maia, la più giovane delle Pleiadi (figlie di Atlante e Pleione, rappresentato le sette stelle della costellazione omonima).
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MITI PIÙ FAMOSI
1. Il furto delle vacche di Apollo.
A poche ore dalla nascita, il dio scappò dalla culla e raggiunse la Tessaglia, dove rubò dodici vacche al fratello e dio Apollo, che nel frattempo si era distratto per assecondare la sua passione per il giovane Imeneo. Attaccò le loro code ad un ramo e le portò in giro per tutta la Grecia, fino a Pilo. Qui sacrificò agli dei due degli animali rubati, nascose il resto della mandria e si rifugiò nella grotta dove nacque, sul monte Cillene. All’ingresso di essa trovò una testuggine e, svuotando questa e usando le budella e le corna degli animali sacrificati, fabbricò la prima lira.
Apollo, infuriato per il furto subito, giunse a Pilo e scoprì, grazie alla spia di un vecchio di nome Batto, l’autore del furto. Andò, quindi, a protestare con la madre di Ermes, Maia, ma lei gli mostrò come il piccolo stesse dormendo beatamente nella culla! Alla fine i due fratelli raggiunsero un accordo: Apollo avrebbe lasciato le vacche ad Ermes e il piccolo in cambiò avrebbe donato la lira ad Apollo, che nel frattempo era rimasto affascinato dal suo suono.
Se vuoi approfondire leggi il mio approfondimento Gli strumenti musicali (2): la lyra.
2. L’uccisione di Argo.
Il mito narra che egli avesse cento occhi e che fu incaricato da Era di sorvegliare incessantemente Io, una delle amanti di Zeus, il quale la sottrasse all’ira della moglie trasformandola in giovenca. Per ordine di Zeus, Ermes uccise Argo e liberò così Io. Era allora si accanì contro Io: la giovane, infatti, fu costretta a girovagare senza tregua a causa del morso di un terribile tafano mandato dalla dea.
Per onorare Argo, invece, Era trasportò i suoi cento occhi sulla coda del pavone, animale a lei consacrato.
Grazie a questa impresa, Ermes è definito con l’epiteto Argeifonte, cioè “l’Uccisore di Argo”.
3. La sconfitta del gigante Ippolito.
Egli fu sconfitto da Hermes grazie all’elmo di Ade, che rendeva invisibili.
4. La nascita di Pan.
Il mito narra che Pan nacque di una bruttezza fuori dal comune, tanto che la stessa madre fuggì inorridita al momento del parto. Ermes ebbe però compassione del figlio e lo portò sull’Olimpo, dove fu accolto benevolmente dagli altri dei. Se vuoi approfondire leggi il mio approfondimento Pan: mito antico, immaginario moderno.
5. L’erba moly.
Essa è l’antidoto contro i veleni della maga Circe, capace di trasformare in animali coloro i quali bevano la sua pozione. Ermes ne fece dono ad Odisseo e fu così che l’eroe si salvò.
6. La vendita di Herakles.
L’eroe, per purificarsi dall’uccisione di Ifito, figlio di Eurito, avrebbe dovuto servire come schiavo per tre anni e il denaro della sua vendita sarebbe andato ad Eurito, il quale tuttavia rifiutò. Ermes si incaricò di trovare il giusto acquirente e la prescelta fu Onfale, regina della Lidia, e il prezzo fu invece di 3 talenti.
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RUOLO NEL MITO
Egli era il messaggero e l’araldo di Zeus, la guida delle anime dei morti (da qui l’epiteto “Psicopompo”), il dio dell’eloquenza e dell’astuzia, creatore dell’alfabeto a numeri, delle misure di lunghezza e di capacità, infatti, era anche il protettore dei commercianti e dei viaggiatori, delle strade e dei crocicchi. Era anche protettore dei giochi atletici.
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CULTO
Il culto ebbe un grande seguito in Arcadia già in epoca antica, per poi diffondersi nel resto della Grecia.
A lui erano sacre le feste dette Ermee, in cui fondamentale era disputare gare atletiche e corse con fiaccole, riti di purificazione, o riti per la salate delle mandrie e delle greggi, come ad esempio a Tanagra dove un giovane doveva fare il giro della città con un montone sulle spalle.
Gli era sacro anche il terzo giorno delle Antesterie, detto “delle pentole”, durante il quale gli si offrivano grano e legumi. Altre offerte erano miele, dolci, incenso e animali (maialini, capretti e agnelli). Se vuoi approfondire queste feste vai qui.
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ATTRIBUTI DIVINI
I più importanti sono il petaso, un copricapo da viaggio, il caduceo, il bastone donatogli da Apollo, gli alipes, i sandali alati. Gli attributi secondari sono la cornucopia, una piccola sacca col denaro, il flauto, la siringa, l’alloro, la tartaruga, la palma e il mirto. Gli era sacro il numero 4 perché il giorno della sua nascita.
Concentriamoci adesso sulla decorazione pittorica del frammento…
Ermes, barbuto, incede verso destra e tiene in mano il caduceo. Indossa clamide, petaso e alipes. Segue una figura maschile di proporzioni maggiori del dio, col torso frontale ma viso rivolto verso destra. Purtroppo la foto dell’articolo, che mostra il coccio ancora in situ e quindi ancora non pulito, non mi aiuta a capire bene di chi si tratta.
L’altezza del personaggio fa supporre due ipotesi:
- un gigante, forse Ippolito? mmm…
Escludo questa ipotesi sia perché non vi il particolare dell’elmo di Ade, sia perché entrambi i personaggi volgono verso destra, quindi non sono rappresentati durante un duello.
2. Herakles?
Quoto! Questa figura, infatti, sembra indossare la tipica leontea (la pelle del Leone di Nemea, ucciso in una delle 12 fatiche dell’eroe).
Vediamo se con uno schizzo (orribile, lo so…chiedo venia!) vedi ciò che vedo io…
Sarebbe bello poterlo visionare e studiarlo, non trovi? Scoprire il pittore, la giusta cronologia e l’episodio mitico rappresentato…in questo blog ti ho fornito tutti gli strumenti utili per farcela, come ad esempio la pagina del menu Esercitazione attribuzione vascolare! Prova se vuoi…e confrontiamoci!
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Car* A.R., l’invito a scoprire il pittore e quant’altro possa far luce su ciò che questo frammento rappresenta è molto interessante, però mi accontento di far da zavorra e lasciarmi trascinare dai tuoi articoli in questo vastissimo mare degli studi archeologici. Di più non posso fare se non seguirti sempre con interesse.
Zavorra? Assolutamente no! Sapere che c’è qualcuno che legge i miei articoli perché li ritiene interessanti e commenta sempre con gentilezza è di grande importanza per me! Grazie di cuore!
Al solito……👌🏻👍🏻💐🍀❤️️😇
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