L’oinochoe. Tipi, usi, iconografia

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Oinochoai. Foto da archive.org.

Continuiamo col progetto sulle forme vascolari greche… Oggi parliamo della oinochoe, il vaso per versare vino per antonomasia!

Cari followers, vi ricordate dell’ipotetica campagna a colpi di hashtag #iostocolbarbitos che volevo iniziare per difendere questo bistrattato strumento musicale che tutti confondono con la lyra? Ecco, oggi l’hashtag potrebbe essere #labroccasbrocca! Eh sì, perché l’oinochoe spesso è definita come una semplice brocca, ma è molto di più… scopriamo perché…
FORMA E CRONOLOGIA

L’oinochoe (οἰνοχόη, da οἶνος “vino” e χέω “versare”) è una brocca monoansata, con un corpo ovoidale e un’altezza che varia tra i 20 e i 40 cm.

Si trova già nell’arte minoica e micenea, è rara nel periodo geometrico, ma diventa frequente dal VII sec. a.C. in poi.

Perché è più di una semplice brocca? L’oinochoe è un vaso estremamente diffuso e ha assunto nel tempo varie forme: lo studioso Beazley ha identificato ben 10 tipi di questa forma vascolare, a dimostrazione che la forma ebbe molto successo nella produzione ceramica, basandosi sulla variazione del profilo, della bocca (trilobata, circolare o a beccuccio) e dell’ansa.

I tipi principali, secondo la studioso V. Bianco, sono:
  • corpo panciuto con curva continua dalla bocca alla base, bocca trilobata, piede basso, ansa non sopraelevata. Molti esemplari di formato ridotto nelle tombe di fanciulli. Decorazione spesso metopale (fine VI-IV sec.);
  • corpo arrotondato, collo nettamente distinto dalla spalla, bocca circolare, ansa sopraelevata. Decorazione metopale. Frequente nel VI sec.;
  • come il tipo precedente, ma con bocca trilobata (VI e V sec.). Tra le varianti minori, un tipo appare verso la metà del periodo della ceramica a figure rosse ed è molto popolare in Apulia: ha corpo allungato, alto piede, alto collo ed ansa a gomito, sopraelevata: chiamato per convenzione pròchoos (πρόχοος). Sempre in Apulia un’altra tarda variante dell’oinochòe è la cosiddetta epìchysis (ἐπίχυσις), con basso corpo cilindrico, spalla nettamente distinta dal collo, priva di piede, un lungo becco sporgente.

Potevano esserci, quindi, oinochoai a bocca trilobata e a bocca circolare, a profilo continuo tra collo e corpo o a collo distinto, di forma arrotondata o allungata.

Prima di procedere, cerchiamo di capire alcuni termini:
  •  “bocca trilobata”? Vuol dire a forma di trifoglio! Guarda questa oinochoe vista dall’alto e di sicuro ne apprezzerai la bellezza:
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Oionochoe (500-450 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
  • “decorazione metopale”? Vuol dire che la decorazione non copre tutto il corpo ma solo una porzione, come fosse un quadro, appunto una metopa, lasciando il resto del corpo senza alcuna raffigurazione.
  • differenza tra “profilo continuo” e “a collo distinto”? In quest’ultimo caso vuol dire che la linea del profilo non è continua, ma tra collo e corpo c’è come una sorta di stacco. Guarda i due esempi per capire:
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Pittore del Vaticano G 50, oinochoe a profilo continuo (525-475 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

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Oinochoe a collo distinto. Foto da Archivio Beazley.
I 10 TIPI

Vediamo tutti i 10 tipi indicati dal Beazley:

  1. bocca trilobata, collo distinto e corpo ovoidale. Sia a figure nere che rosse. 

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    Athena Painter, oinochoe TIPO 1 (525-475 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
  2. bocca trilobata, collo distinto e corpo globulare. Sia a figure nere che rosse.
  3. bocca trilobata o circolare, corpo globulare e a profilo continuo tra collo e spalla: corrisponde alla forma vascolare della chous

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    Chous. Foto da Archivio Beazley.
  4. simile al tipo 2, ma con orlo circolare.
  5. bocca circolare sovrastato dall’ansa, corpo snello e profilo continuo: corrisponde alla forma vascolare dell’olpe. Decorazione metopale, più comune a figure nere. 

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    Classe di Rodi 12242, olpe. Foto da Archivio Beazley.
  6. orlo con becco stretto e lungo, collo e labbro aggettante, la parte inferiore è costituita da pareti verticali o rastremate verso l’interno. A figure rosse. 

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    Shuvalov Painter (450-400 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
  7. orlo con ampio becco esteso verso l’alto, collo distinto e corpo ovoidale. Prevalentemente decorato a figure rosse. 

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    Painter of Brussels Oinochoai (575-425 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
  8. tazza a pareti verticali, dotata di una o due anse. Era usata come unità di misura, come coppa o per attingere il vino e servirlo. 

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    Oinochoe TIPO 8 (450-400 a.C.). Foto da Archivio Beazley.
  9. orlo circolare, corpo globulare e profilo continuo. A figure rosse.
  10. orlo con becco stretto e lungo, collo distinto e corpo ovoidale.

 

ICONOGRAFIA

Questa forma è spesso rappresentata su altre forme vascolari, che specificano i contesti in cui l’oinochoe era usata: il simposio (banchetto a cui partecipano quindi i simposiasti) e il komos (corteo danzante in festa, e infatti gli uomini che ne prendono parte sono detti comasti. Se vuoi approfondire questi contesti e gli eccessi del bere, ti consiglio la lettura dei post Opà…e i postumi della sbornia! e Il kóttabos ovvero il gioco dell’amore). Protagonista era quindi il vino.

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Myson Painter. Satiro con oinochoe nella destra e anfora da vino nella sinistra. Museo dell’Università del Mississipi inv. 1977.3.114 (500-450 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

OINOCHOAI PLASTICHE

Affascinante aspetto di questa forma vascolare è che spesso era modellata in diverse forme plastiche. Un esempio:

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Oinochoe plastica con sirena. Foto da pinterest.com.

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6 commenti

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  3. Gaetano Bianco

    Ho trovato molto interessante l’articolo incontrato per caso- Io sto cercando un Oinochoe italiota della II metà del III secolo che raffigura Afrodite sul cocchio trainata da uccelli. Ne ho una foto in b/n ma cerco l’immagine dell’oggetto in tutta la sua bellezza. E’ esposto al museo di arte e storia di Trieste ma non sono riuscito a scovarlo. Il lavoro che attualmente sto facendo è la trasformazione della iconografia in bianco e nero di un vecchio testo di Mitologia Greca nello splendore degli originali. Benchè ottantatreenne l’eros per la bellezza che non sfiorisce non mi ha abbandonato. Poichè ci accomuna la stessa Philia se per caso ti passa per le mani quest’opera magari me la giri. peccato che non sono previsti allegati- Congratulazioni per l’articolo e cordiali saluti

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