Meleagro di Gadara è autore di numerosi epigrammi amorosi raccolti nell’Antologia Palatina. Nel V libro di quest’ultima sono presenti alcuni dei più belli e coinvolgenti: essi parlano degli amori del poeta, delle sofferenze per sentimenti non corrisposti, fino a inveire contro lo stesso Amore che non dà pace e sembra aver preso di mira solo il poeta.
Negli epigrammi di Meleagro scelti per questo approfondimento, persino le zanzare, che succhiano e si godono il corpo dell’amata, o una coppa, che poggia sulle sensuali labbra amate, sono motivo di gelosia. Ma vi è anche un avvertimento all’Amore che fugge e non corrisponde: «Se troppe volte scotti l’anima che ti gira intorno / ti fuggirà, Amore: anche lei ha le ali» (c. 57) oppure «non tollererò questo gioco scorretto» (c. 214). Sembra trasparire, tuttavia, l’impossibilità di contrastare i sentimenti e di essere in balia di quell’Amore che trattiene la propria anima anche se non corrisposto: «sì, ma di fuggire non ho la forza» (c. 24).
Questi epigrammi di Meleagro nella loro semplicità raccontano la complessità di quel dio bendato che brucia e incatena…
_________________________________
24
Il cuore me lo dice, che sfugge al desiderio
di Eliodora, sapendo già prima le lacrime e le gelosie.
Sì, ma di fuggire non ho la forza. Sfacciato, me lo dice,
ma pure dicendolo, l’ama.
57
Se troppe volte scotti l’anima che ti gira intorno,
ti fuggirà, Amore: anche lei ha le ali.
96
Il tuo bacio è un vischio, Timario, gli occhi una fiamma;
come guardi bruci, come tocchi incateni.
151
Zanzare dalla voce acuta che succhiate, insolenti,
il sangue degli uomini, mostri alati, notturni,
ve ne prego, lasciate a Zenofila un breve sonno tranquillo
e piuttosto saziatevi – eccomi – delle mie membra.
Ma perché parlo invano, mentre le bestie insaziabili
godono il tepore del suo morbido corpo?
Ve lo dico ancora una volta: bestiacce, smettetela,
o sentirete il peso delle mie mani gelose.
155
Dentro il mio cuore Eliodora, che parla così dolcemente,
anima della mia anima l’ha fatta Amore medesimo.
156
L’amorosa Asclepiade ha gli occhi come il mare quieto,
persuade tutti a navigare.
157
Unghia di Eliodora, sei cresciuta così appuntita
per Amore: i tuoi graffi penetrano in fondo all’anima.
171
Dolce è la gioia del calice: dice che tocca
le labbra gioconde della soave Zenofila.
Beato lui! Vorrei che accostasse alle mie le sue labbra
e bevesse d’un sorso l’anima mia!
176
Terribile Amore, terribile. Ma a che serve ripetere,
tante volte, piangendo, terribile Amore?
Di questo ride il ragazzo, e insultato più volte,
se la gode, e cresce ancora, se gli dico insolenze.
È strano come, comparsa dal mare azzurro,
tu, Afrodite, abbia dato vita ad un fuoco.
187
Dì a Licenide, Dorcade: ‘Vedi come nell’artificio d’amore
sei stata scoperta: il tempo rivela l’amore posticcio’.
214
Ho dentro di me un Amore che gioca a palla,
e a te, Eliodora, rimanda il mio cuore vibrante.
Accettalo, gioca anche tu; ma se mi respingi
via da te, non tollererò questo gioco scorretto.
215
Ti prego, Amore, dà pace al mio desiderio insonne per Eliodora,
abbi compassione della mia supplice Musa;
lo giuro sul tuo arco, che non sa prendere altri di mira,
e sempre su me rovescia le frecce alate,
se mi uccidi lascerò scritta una voce che dica:
‘Guarda, straniero, un assassinio d’Amore.
[Trad. it. G. Paduano, “Antologia Palatina. Epigrammi erotici. Libro V e libro XII”, pp. 65; 83; 101; 129; 131; 139; 165].
***
Che ne pensi di queste opere? ti è piaciuto questo articolo? vuoi condividere con me e gli altri utenti un tuo pensiero o un approfondimento? hai qualche curiosità in particolare?
Non aspettare: commenta questo post!
SEGUIMI ANCHE SULLA PAGINA UFFICIALE DI FACEBOOK, TI ASPETTO!
Tutti i diritti riservati. È assolutamente vietata qualsiasi forma di riproduzione parziale o totale del testo e delle immagini di questo sito.