Τι είν’ αυτό που το λένε αγάπη
τι είν’ αυτό, τι είν’ αυτό
που σε κάνει να λες το σκοπό
“σ’αγαπώ, σ’αγαπώ, σ’αγαπώ”
Cos’è questa cosa che chiamano amore / che cos’è questa cosa, che cos’è questa cosa / che ti fa dire la frase / “ti amo, ti amo, ti amo”
Splendida canzone cantata da Sophia Loren e Tonis Maroudas nel film Il ragazzo sul delfino (1957), composta da Takis Morakis su testo di Danai Stratigopoulou e Giannis Fermanoglou [per ascoltarla clicca qui], che nella sua semplicità pone forse la domanda più complessa al mondo:
cos’è l’amore?
E Se (ripeto, se) è vero amore… e allora la seconda domanda da porsi sarebbe: come si riconosce il vero amore?
Quante pagine, poesie, canzoni sono state dedicate alla risposta, quante opere sono state scolpite e dipinte per ricercare nella durezza del marmo o nei contrasti cromatici la dolcezza di questo sentimento? Erasmo da Rotterdam (Elogio della follia, cap. 19) scriveva che era pura follia e forse non ci è andato molto lontano…
Ma cos’è l’amore? Risponde Plutarco!
L’amore è uno scambio reciproco, una fusione, un’amicizia profonda, guardare nella stessa direzione. È anche superare insieme i primi imbarazzi, che col tempo spariranno per lasciare il posto alla più grande stabilità. Profondo il suo pensiero nel Dialogo sull’amore, parole che accarezzano l’anima nella speranza di vivere o rivivere quei famosi sospiri che solo l’amore riesce a offrire.
Leggiamo insieme i passi più salienti nella traduzione di G. Pisani [Plu. Moralia 769B-770A. Trad. it. G. Pisani, Milano 2017, pp. 1475-1477]:
In un matrimonio, amare è ben maggior dell’essere amati, perché previene molti errori o, meglio, tutti quegli errori che minano e guastano un matrimonio.
Quanto poi al disagio e alla tensione iniziali, non avere paura, caro Zeusippo, come di una ferita o un morso; anche se comportassero delle ferite, non c’è nulla da temere nell’unione con una donna onesta, perché è simile all’innesto di una pianta. L’incisione è all’origine del concepimento, ma non è completa fusione tra due creature se non si modificano reciprocamente. Le materie di studio turbano inizialmente i bambini e analoghi effetti provoca la filosofia sui giovani; la tensione, però, non dura in eterno, né per loro né per gli amanti: come in una miscela di liquidi, l’amore sembra inizialmente provocare ebollizione e turbamento, ma poi, con l’andare del tempo, si assesta, si purifica e offre la più grande stabilità.
E quindi…
L’unione tra due persone che si amano porta davvero a quella che si chiama una fusione assoluta, mentre la convivenza basata su presupposti diversi è simile ai contatti e agli intrecci di Epicuro, e provoca urti e repulsioni, ma non dà vita a un’unità che si possa comparare a quella che produce Eros, quando presiede all’unione coniugale.
Nessun’altra relazione procura piaceri più grandi o vantaggi più continui, nessun’altra amicizia assicura un bene così splendido e invidiabile, come quando marito e moglie governano la casa con pensieri concordi.
Ovviamente il testo va letto sempre considerando il relativo contesto storico e culturale di appartenenza. Non soffermiamoci, quindi, al binomio “marito e moglie” nella nostra ricerca di una definizione di amore. Andiamo oltre e prendiamo il concetto fondamentale espresso da Plutarco: l’amore è un’unione di due anime che si riconoscono reciprocamente.
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L’amore è l’aspirazione alla completezza, diceva Platone. Figlio della Povertà e dell’Espediente, Eros ha bisogno di poche risorse e di grandi sogni. Bella la nuova edizione dei Moralia di Pisani. Buona domenica Ale
Grazie per aver commentato. Buona domenica anche a te.
Approfitto del commento per indicare agli interessati al tema amore/eros l’articolo https://www.laceramicaantica.org/2021/04/11/pothos-eros-himeros-eroti-amore/