Il mito di Onfale, tra eros e schiavitù

Onfale (᾿Ομφάλη) era regina di Lidia al tempo di Herakles ed è conosciuta per essere la donna che riuscì a privare Herakles della sua libertà, costringendolo a compiere mansioni femminili e a vestirsi da donna. Non senza consumare con l’eroe amplessi divenuti ormai celebri.

Ma andiamo con ordine…

 

 

Antefatti del mito e vendita di Herakles a Onfale

Secondo la testimonianza di Diodoro Siculo, Herakles, memore della deprecabile uccisione dei propri figli avuti da Megara, decise di dare in sposa la donna a Iolao e di cercare un’altra donna per sé. Decise di sposare Iole, figlia di Eurito (re della città di Ecalia). Il padre, tuttavia, non era favorevole alle nozze per paura che l’eroe uccidesse anche i futuri figli e per l’affronto Herakles devastò Ecalia e rubò le cavalle del re.

Ifito, figlio di Eurito, raggiunse Herakles a Tirinto per riprendere quanto rubato, ma trovò la morte a causa della falsità dell’avversario: Herakles lo fece salire su un’alta torre e gli domandò se per caso vedesse queste cavalle pascolare; quando Ifito disse di no, fu accusato di aver diffamato falsamente il presunto ladro e fu gettato da Herakles stesso nel vuoto.

Da quel momento Herakles, in realtà colpevole, fu colpito da una malattia impossibile da debellare, neanche con un rito di purificazione dall’omicidio. Decise, quindi, di rivolgersi agli dei:

ancora incapace di liberarsi dalla malattia, interrogò Apollo sulla cura. Poiché quaest’ultimo gli profetizzò che si sarebbe facilmente liberato dalla malattia se fosse stato venduto come schiavo e avesse debitamente dato il guadagno della propria vendita ai figli di Ifito, costretto a obbedire all’oracolo, navigò in compagnia di alcuni suoi amici verso l’Asia. Là si sottopose di sua spontanea volontà a essere venduto da uno dei suoi amici*, e divenne schiavo di Onfale, la figlia di Iardano, che non era ancora maritata e che già regnava sul popolo allora chiamato dei Meoni e ora dei Lidi.

        [D.S. 4, 31, 4-5; trad. it. M. Zorat]

Herakles. Foto da metmuseum.org.

I soldi della vendita furono consegnati ai figli di Ifito, Herakles guarì.

*Secondo alcuni fonti fu Hermes.

 

 

Alla corte di Onfale

Herakles, come ricorda Sofocle [S. Tr. 252-253], rimase con la regina per un anno intero. Durante il tempo trascorso in Lidia, Herakles sconfisse i Cercopi e, soprattutto, fu costretto ad assecondare costantemente il volere della regina. Come? Beh, di certo a Onfale non mancava la fantasia: costrinse l’eroe a scambiare le proprie vesti con lei e a comportarsi come una donna, persino a filare la lana!

Il mito ricorda, però, che i due iniziarono una relazione sessuale e chissà se questo scambio di vesti non fosse in realtà un gioco di scambi di ruolo… pensiero malizioso? Sì, lo ammetto!

Di certo questo comportamento non era considerato consono a un semidio.

 

Foto da collections.mfa.org.

 

 

il giudizio degli antichi e l’iconografia del mito di Onfale

Le fonti antiche concordano nel giudizio che definisce riprovevole ciò che Herakles dovette affrontare. Come, per esempio, ricorda Luciano [Hist.Concr. 25, 10], molti sono i quadri che raffigurano Herakles con veste purpurea e ornamenti di donna e Onfale con la leontea  e la clava( attributi iconografici dei Herakles).

Dea o regina (Onfale ?) vestita con leontea, clava e arco. Foto da Archivio Beazley.

Luciano afferma che ciò non è assolutamente adatto all’eroe, anche perché è raffigurato mentre fila la lana e viene colpito dalla regina con una pantofola: afferma, infatti, che questo è uno spettacolo vergognoso e che abbassa la virilità di un semidio a quella di una donna, considerata ai tempi essere inferiore.

Il giudizio, quindi, era estremamente negativo.

Foto da Madrid, Museo Arquéologico Nacional (inv. 38315BIS).
Foto da flickr.com.

Le scene che sono giunte a noi relative al mito si concentrano o sullo scambio delle vesti o sull’aspetto erotico. Quest’ultime seguono quasi sempre lo stesso schema iconografico: i due nudi che compiono l’atto sessuale e accanto leontea e clava, utili a contestualizzare la scena e riconoscere i personaggi senza scambiarli per semplici amanti. A volte compare un piccolo Eros a suggellare il tema delle raffigurazioni.

 

Foto da medaillesetantiques.bnf.fr.

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