Uno dei progetti più impegnativi di questo blog è la spiegazione delle forme vascolari e delle varianti morfologiche.
Tra quelle greche abbiamo già visto l’anfora, il bucchero eolico, la lekythos, il pithos, la plemochoe e l’oinochoe. Oggi scopriamo insieme la piccola e femminile pyxis…
Che cos’è la pyxis?
La πυξίς (pisside in italiano), il cui termine fu adottato dopo il IV sec. a.C., era una piccola scatola cilindrica in terracotta, dotata di coperchio e usata per conservare cosmetici, unguenti medicali, articoli per la toeletta femminile e gioielli.
Probabilmente in origine era in legno e il nome originario in Attica era kylichnis (κῦλιχνίς), sebbene non sappiamo a quale tipo di pisside si riferisca il termine.
Esemplari di età geometrica riconducibili a tale forma presentano coperchi spesso sovrastati da cavalli.
La produzione attica a figure nere mostra l’influenza subita dalla ceramica corinzia, mentre quella a figure rosse è caratterizzata, in genere, da scene e attributi legati al mondo femminile.
La decorazione è presente lungo tutta la superficie esterna e sul coperchio.
LE VARIANTI MORFOLOGICHE
La forma presenta diverse varianti.
Secondo V. Bianco, i tipi principali sono:
i) Corpo diviso in tre grandi lobi (VI sec.);
ii) alquanto schiacciata, con pareti concave, basso piede (tardo V-IV sec.);
iii) più alta, anch’essa a pareti concave; coperchio con alto pomo;
iv) cilindrica, con coperchio piatto e senza pomo.
Cerchiamo di approfondire e usare la terminologia comunemente adottata dagli studiosi:
TIPO A
Presenta un basso coperchio con pomello centrale, pareti concave, piede ad anello (talvolta diviso in tre o quattro sezioni) o addirittura senza quest’ultimo.
Un esempio è la pyxis a fondo bianco ARV² 890.173 del Pittore di Penthesilea, datata al 465-460 a.C. e conservata al Metropolitan Museum di New York (inv. 07.286.36). Su di essa è rappresentato il giudizio di Paride, seduto su una roccia, con Ermes, Atena, Hera, Afrodite che sorregge una phiale, Eros e un giovane uomo ammantato.
[Per la scheda relativa nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
TIPO B
Presenta una forma bassa e larga (simile a un moderno contenitore per la cipria), un corpo a pareti verticali e un coperchio che si sovrappone al contenitore sottostante, coprendolo interamente.
Un esempio è la pisside corinzia conservata a Tubingen, CVA Tübingen 1, 59-60, pl. 32.6-8.
[Per la relativa scheda nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
Per capire meglio la forma, diamo un’occhiata al disegno relativo presente sul Corpus Vasurum Antiquorum precedentemente citato:
TIPO C
Il tipo è riscontrato solo nella produzione vascolare attica a figure rosse. Presenta un coperchio convesso e un corpo a pareti concave simili al Tipo A, ma più basso e largo.
Un esempio è la pyxis del Pittore di Villa Giulia, datata al 475-450 a.C., conservata al National Museum di Copenhagen (inv. 4735) e su cui è rappresentata una scena di inseguimento in cui Teti fugge da Peleo.
[Per la relativa scheda nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
TIPO D (box-pyxis)
Anch’esso riscontrato solo nella produzione attica a figure rosse, presenta un corpo simile al Tipo B ma più piccolo e con coperchio privo delle pareti verticali.
Un esempio è la pyxis conservata a Baltimora con raffigurazione di un cane di profilo sul coperchio, CVA Baltimore 1, 19-40, pl. 41.3-6.
[Per la relativa scheda nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
TIPO NICOSTENICA (Nikosthenic pyxys)
Il nome deriva dal ceramografo Nikosthenes. Presenta un coperchio a cupola con impugnatura, un corpo a forma di campana rovesciata su un corto fusto collocato sopra un piede svasato.
Un esempio è la pyxis conservata a Karlsruhe, CVA Karlsruhe 1, 39, pl. 32.1.
[Per la relativa scheda nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
PYXIS A TRIPODE (Tripod-pyxis)
Questa variante, conosciuta anche come Kothon-pyxis, presenta un coperchio con impugnatura e il corpo è sorretto da tre gambe piatte.
Un esempio è la pyxis ARV² 447.276 di Douris, datata al 500-460 a.C., conservata al Reiss-Museum di Mannheim (inv. 124) e raffigurante due donne, una che corre e una con scatola in mano.
[Per la relativa scheda nell’Archivio Beazley, clicca qui.]
Per capire meglio la forma, diamo un’occhiata al disegno relativo presente nell’Archivio Beazley:
A. R.
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