Chi è Deianira?
Secondo Apollodoro, Deianira era figlia di Eneo, re di Calidone, e Altea, a sua volta figlia di Testio. Egli, tuttavia, ricorda la variante che attribuisce la paternità a Dioniso.
Deianira spiccava per doti non convenzionali:
Ella conduceva il cocchio e si addestrava alle arti della guerra; fu per ottenerla come sposa che Eracle lottò contro l’Acheloo.
[Apollodoro, Bibliotheca 1, 8, 1. Trad. it. G. Guidorizzi]
L’unione con Herakles
Le sue virtù conquistarono il cuore di Herakles che ottenne la sua mano dopo aver sconfitto Acheloo:
Eracle, giunto a Calidone corteggiò Deianira, figlia di Eneo: per ottenere la sua mano lottò contro l’Acheloo, che aveva assunto l’aspetto di un toro, e gli spezzò una delle corna. Così Eracle sposò Deianira […].
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 5. Trad. it. G. Guidorizzi]
Dall’unione con l’eroe nacquero Illo, Ctesippo, Gleno e Onite. A proposito di Illo, tra le immagini vascolari ne spicca una di un’infinita dolcezza: si tratta di un cratere a campana conservato all’Antikensammlungen di Monaco di Baviera (inv. 2398) del IV secolo a.C. e sul quale sono visibili, al centro, Deianira seduta con Illo sulle ginocchia che protende le braccia verso il padre. Completano la scena un uomo seduto di fronte a un’erma, una donna con phiale e oinochoe, un uomo stante con bastone. La scena si svolge all’esterno, come dimostrano le ante della finestra aperte verso i protagonisti e l’albero sulla destra.
la violenza di Nesso
Nesso, Centauro proveniente dalla Tessaglia, era il traghettatore che trasportava i viaggiatori da una sponda all’altra dell’Eveno, fiume dell’Etolia.
Un giorno Herakles e Deianira giunsero al fiume. L’eroe lo attraversò da solo, mentre la donna fu trasportata in groppa da Nesso che, colpito dalla sua bellezza, decise di farle violenza.
Le grida di Deianira, però, giunsero al marito che decise di intervenire: Nesso fu trafitto al cuore mortalmente da una freccia dell’eroe con la punta intrisa del veleno dell’Idra.
Prima di morire, tuttavia, decise di vendicarsi ed escogitò un piano:
il centauro, sul punto di morire, chiamò accanto a sé Deianira e le disse che se voleva procurarsi un filtro d’amore da somministrare a Eracle doveva mescolare il seme che egli aveva sparso sulla terra e il sangue che colava dalla ferita della freccia. Ella fece così e custodì presso di sé il filtro.
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 6. Trad. it. G. Guidorizzi]
infedeltà e morte
Il mito narra Eurito, signore di Ecalia, offrì la figlia Iole come premio per chi avesse sconfitto lui e i suoi figli in una gara di tiro con l’arco. Herakles volle partecipare, vinse la gara ma non ottenne la donna perché il re e gli altri figli si opposero per paura che il semidio uccidesse la futura prole come aveva già fatto con i figli avuti da Megara. Dopo diverse vicissitudini, Herakles a Trachis uccise il re Eurito e i suoi figli e portò con sé come schiava la figlia Iole. Giunse poi a Ceneo, un promontorio dell’Eubea, dove innalzò un altare a Zeus. Con l’idea di voler compiere sacrifici in onore del padre, mandò a Trachis l’araldo Lica affinché prendesse una veste preziosa con la quale celebrare i riti.
Fu proprio Lica che raccontò di Iole a Deianira che, temendo che lo sposo si fosse innamorato della giovane, si ricordò delle parole di Nesso:
Convinta che il sangue sgorgato da Nesso fosse veramente un filtro d’amore, con quello impregnò il chitone; Eracle lo indossò e si dedicò al sacrificio, ma appena il chitone cominciò a scaldarsi, il veleno dell’Idra prese a corrodergli la pelle. Allora Eracle afferrò Lica per i piedi e lo scagliò giù dal promontorio; poi cercò di strapparsi il chitone che gli aderiva al corpo, ma insieme a quello si laceravano anche le carni. Prostrato da questa sciagura venne trasportato per nave sino a Trachis; Deianira, quando apprese l’accaduto, s’impiccò.
[Apollodoro, Bibliotheca 2, 7, 7. Trad. it. G. Guidorizzi]
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