Alectrione è un gallo!
Ἂλεκτρυών è il termine greco che indica infatti sia il nome del protagonista di oggi sia il l’animale conosciuto per il suo canto mattutino. Tutto nasce da un errore che Ares non perdonò…
L’adulterio di Afrodite
Il mito narra che Afrodite, moglie di Efesto, non fosse una moglie fedele. L’episodio più clamoroso è sicuramente quello dell’amore segreto con il dio Ares, consumato proprio nella fucina di Efesto.
Molte sono le fonti sia greche che latine che trattano questo adulterio, ma fra queste certamente spiccano l’Odissea e il De concubitu Martis et Veneris di Reposiano, il quale descrive persino nei minimi particolari l’atto sessuale:
Non da cieco spiava Ares dalle redimi d’oro,
e come vide Efesto, l’inclito artefice, andarsene,
corse alla casa d’Efesto glorioso,
bramando l’amore di Citerea bella corona.
Lei, dalla casa del padre Cronide somma potenza
tornata da poco, sedeva; egli entrò nella casa
e le prese la mano e disse parola, diceva:
«Qui cara, andiamo al letto e stendiamoci.
Non è più Efesto fra noi, ma forse a quest’ora
è già a Lemmo, fra i Sintii dal rozzo linguaggio».
Così disse, e a lei sembrò caro stendersi
[Odissea, 8, 285-295. Trad. it. R. Calzecchi Onesti]
***
Che baci, ora languidi ora ardenti, chiede la bocca
inesausta all’altra bocca! Le gambe stupende di Venere
non negano più l’ultimo dono della voluttà
all’ardore di Marte. Le membra aderiscono alle membra
come serpi avvinghiate.
[Reposiano, De concubitu Martis et Veneris, 105-109. Trad. it. C. Calabrò]
La colpa di Alectrione
Gli incontri amorosi avvenivano proprio nella fucina di Efesto. Questo comportava la necessità di avere qualcuno che facesse la guardia e avvisare i due amanti nel caso in cui il tradito ritornasse a lavorare o qualcun’atro facesse capolino.
Ares scelse Alectrione, una fiducia purtroppo mal riposta.
Il mito, infatti, racconta che il giovane si addormentò e i due colpevoli furono scoperti da Helios, il Sole, che subito informò Efesto (cfr. Odissea, 8, 286 ss.).
Terribile fu la vendetta di quest’ultimo: il dio preparò delle invisibili catene e le nascose nel talamo dove i due erano soliti consumare il loro amore. La trappola invisibile sarebbe scattata non appena i due si fossero adagiati sul letto, rimanendo così bloccati. Allora Efesto invitò gli altri dei ad assistere alla scena e il tradimento divenne di dominio pubblico. Alla fine i due furono liberati e fuggirono via per la vergogna: Ares in Tracia, Afrodite nella città di Pafos (Cipro).
La vendetta di Ares
Ares era furioso con il giovane perché l’umiliazione subita non aveva paragoni. Decise allora di trasformarlo in un gallo, l’animale che col suo canto avvisa del sopraggiungere del Sole: proprio ciò che invece non aveva fatto Alectrione!
Non a caso il gallo è un animale sacro al dio Helios, come ricorda lo stesso Pausania (5, 25, 9).
Il mito non è presente nelle fonti greche classiche, ma lo è in quelle successive. Tra queste spicca Luciano di Samotracia (Il gallo 3):
e così Vulcano, avvertito dal Sole, li prese avvolgendoli in una rete già preparata contro di essi. Marte appena fu slegato, irato contro Alectrione, lo tramutò in un gallo con tutte le sue armi: e così invece dell’elmo voi avete la cresta sul capo. E per questo voi altri per scusarvi con Marte, sebbene ormai inutilmente, appena avvertite che il Sole sta per levarsi, vi mettete a cantare molto prima per annunziare che sta per sorgere.
[Luciano di Samotracia, Il gallo 3]
Nell’Archivio Beazley, infine, non sono catalogati vasi greci che presentano il mito della metamorfosi in gallo o che in qualche modo fanno riferimento ad Alectrione.
Tanti, invece, sono i vasi sui quali sono rappresentati i galli come semplici animali, alcuni di certo da collegare alla famosa pratica del combattimento tra i galli tanto diffusa già nell’antichità: per approfondire il tema, segnalo l’articolo di Marco Vespa Rituale, spettacolo o gioco d’azzardo? Memorie del combattimento dei galli in Grecia antica. Considerazioni linguistiche e antropologiche.
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