L’aulòs fa parte della sezione degli aerofoni e infatti è uno strumento a fiato, suonato da solo o in formazione con voce e strumenti a corda. È paragonabile ad un nostro flauto moderno e presenta fori laterali per il diteggio, chiamati trèmata or trypèmata, e un bocchino.
I materiali usati per la costruzione dell’oggetto erano vari: poteva esser fatto di legno, canna, osso, avorio o metallo.
I suonatori di questo strumento sono detti auleti.
Essi potevano suonare o un singolo aulòs o due contemporaneamente (doppio aulòs): in quest’ultimo caso i due auloi non erano necessariamente della stessa lunghezza.
Per suonare questo strumento occorreva una grande potenza di fiato (ben documentata nelle immagini vascolari tramite guance gonfie) e, per favorire la spinta, gli auleti indossavano la phorbéia, una specie di imbracatura in pelle, con fori al livello delle labbra, in cui erano inseriti i bocchini dello strumento.
Come quasi ogni cosa nell’antichità, anche questo strumento affonda le sue radici nel mito.
Due sono le varianti del mito.
- Fu inventato dalla dea Atena con l’ausilio di una canna. Provò a suonarlo ma, specchiandosi in un fiume, si rese conto di quanto il viso fosse deformato a causa delle guance ingrossate per lo sforzo e gettò lontano lo strumento.
- Fu inventato dalla dea Atena con ossi di cervo, durante un banchetto degli dei. Era e Afrodite, vendendole le guance gonfie, la presero in giro e così la dea si recò sulle rive di un fiume in Frigia per specchiarsi. Constatando il gonfiore ridicolo delle guance, scagliò lontano lo strumento, maledicendo chiunque l’avesse raccolto ai più terribili castighi.
In entrambi i casi l’aulòs fu raccolto dal sileno Marsia.
Egli era talmente soddisfatto della scoperta da sfidare Apollo, dio della musica che è solito suonare una lyra (strumento a corde), in una gara di musica. Il dio accettò a patto che chi avesse perso avrebbe subito la punizione scelta dal vincitore. Marsia perse la sfida e fu condannato ad essere scuoiato vivo appeso ad un albero. Secondo le fonti Apollo si pentì di tale scelta e, dopo aver spezzato la sua lyra, tramutò Marsia in un fiume.
N.B. Tutte le immagini dei vasi di questo articolo sono tratte dal Beazley Archive
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Mi piace moltissimo il filone divulgativo sulla strumentistica antica. Vorrei sapere di più della differenza tra cetra e lira, se è possibile. Grazie!
Detto, fatto! http://ceramicaantica.org/2016/03/18/gli-strumenti-musicali-2-la-lyra/#more-3626 Buona lettura!
Agli ordini! il mio prossimo post allora sarà su questo. Grazie mille del tuo commento…
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Appassionante!
Grazie!