Siringa e il suono delle canne al vento

Siringa e il suono delle canne al vento

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Hendrick Goltzius, 1589. Foto da harvardartmuseums.org

La siringa è un famosissimo strumento musicale ancora usato ai giorni nostri, formato da più canne con lunghezze crescenti e tenute insieme da corde e cera.

Il mito relativo alla sua creazione mostra l’efferatezza di un dio spietato, la pudicizia di una ninfa disperata e una delle metamorfosi più affascinanti.

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La siringa. Foto da treccani.it
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Nell’articolo Pan: mito antico, immaginario moderno ho focalizzato l’attenzione sul binomio “dio greco Pan – Peter Pan”, illustrando dettagliatamente la figura del dio e le sue caratteristiche, caratteriali e  iconografiche. Brevemente, oggi possiamo ricordare che è il dio dei pastori, delle greggi e delle selve, originario dell’Arcadia e famoso per la sua vita sessuale sfrenata. I suoi attributi sono la siringa, un bastone da pastore, una corona di pino o un ramoscello di pino in mano.

 

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Cratere a campana apulo, Roma – Musei Capitolini inv. 164. Pan con siringa in mano. Foto da Archivio Beazley

 

Lo strumento della siringa è, infatti, legato al mito della ninfa omonima che mostra come e fin quanto Pan potesse essere violento e lussurioso.

 

LA NINFA siringa

Ovidio (Ov. met. 1, 687-712) descrive Siringa come una delle Naiadi (Ninfe delle acque) che viveva tra le Amadriadi (Ninfe dei boschi) di Nonacri, sui monti dell’Arcadia. A causa della sua bellezza, aveva attirato satiri e dei senza mai cedere. Ella, infatti, seguiva Artemide, dea della caccia, nelle passioni, nella verginità e nel vestiario. Poteva essere scambiata per la stessa dea, ma la differenza era nell’arco: d’oro per Artemide, di corno per Siringa.

IL MITO E LA METAMORFOSI

Un giorno Pan vide la ninfa mentre tornava dal colle Liceo, se ne invaghì e la inseguì allo scopo di violentarla. Lei fuggì fino alla riva del fiume Ladone e, impossibilitata nel proseguire la fuga, pregò le ninfe d’acqua, sue sorelle, affinché la trasformassero.

Pan riuscì ad afferrarla, ma si trovò tra le mani delle canne: la metamorfosi era compiuta. Il vento, soffiando, fece gemere le canne e il dolce e triste suono conquistò il dio che ebbe così l’idea di strapparne alcune di lunghezza diversa e unirle con della cera. Lo strumento prese, quindi, il nome della sfortunata ninfa.

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Claude Michel (Clodion), 1770. Foto da wahooart.com

 

Pan depose la sua prima siringa in una grotta vicino a Efeso. Essa sarebbe poi servita per mettere alla prova le ragazze che sostenevano di essere vergini: se, una volta rinchiuse, si udiva il suono dello strumento, allora la loro castità era provata e uscivano dalla grotta coronate di pino; in caso contrario si sarebbero udite grida di morte e le ragazze sarebbero sparite nel nulla (Cfr. P. Grimal, Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, p. 572).

 

Nell’Archivio Beazley l’episodio mitico non risulta rappresentato sui vasi ed è presente solo su una gemma in sardonica:

 

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Gemma in sardonica, T305. Metamorfosi di Siringa. Foto da Archivio Beazley

 

Nell’arte antica questo mito non ebbe molta fortuna. Essa fu acquisita nei secoli, come dimostrano le numerose incisioni, stampe, pitture e sculture (vedi immagini precedenti), che sottolineano la purezza virginale di una ninfa così affascinante a cui persino un dio non seppe resistere…

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