Il kóttabos ovvero il gioco dell’amore 

Pittore di Bryn Mawr (500-475 a.C.). Piatto attico,  ARV² 456.1. Bryn Mawr, Bryn Mawr College, inv. P95. Foto da Archivio Beazley.

 

Se fossi un moderno James Bond, prendendo spunto da uno dei film più di successo della saga, intitolerei questo articolo “Dalla Sicilia con amore”: questa fu, infatti, la patria di uno dei giochi con valenza erotica più conosciuti dell’antica Grecia e largamente rappresentato sui vasi attici: il kóttabos.

Conosciamolo insieme…

Lo scopo del gioco era di colpire un bersaglio con le gocce di vino rimaste sul fondo della coppa (kylix), dedicando il gesto alla persona desiderata. In cambio al vincitore spettava un premio: una mela, dei dolci, una coppa o il bacio della persona a cui era dedicata il gioco.
Secondo le fonti antiche fu la Sicilia la patria di questo gioco e da lì si diffuse rapidamente nel mondo greco fino al III secolo a.C.

La tecnica era relativamente semplice: si infilava un dito nell’ansa (elemento caratteristico in ogni vaso in cui è rappresentato il gioco) e poi, con un rapido scatto del polso e allargando e flettendo le dita, i residui di vino che restavano nella kylix venivano gettati verso un bersaglio attraverso la stanza.

A secondo del tipo di bersaglio, il gioco poteva assumere svariate forme:

 

  • Kóttabos kataktós

Il bersaglio consisteva in un piatto (plastinx) sistemato in equilibrio orizzontale in cima ad un’alta asta. Una volta colpito dal vino, questo cadendo urtava una padellina (manés) posta a metà asta provocando un enorme fracasso.

 

Cratere a calice apulo. Genova, Museo Civico di Archeologia Ligure inv. 1142 (400-300 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

Cratere a campana lucano. San Pietroburgo, State Hermitage Museum, inv. W781 (425-375 a.C.). Foto da Archivio Beazley.

 

Una variante di questa forma è un bersaglio a forma di uccello con la testa a forma di fallo, posizionato su un piccolo tripode, a sua volta su un piatto. Questo sottolinea ancor più la valenza erotica del gioco.

 

Apollodoros, kylix (525-475 a.C.). Foto da F. Lissarague, L’immaginario del simposio greco, Roma-Bari 1989, fig. 68.
  • Kóttabos en lekáne

Il bersaglio erano delle navicelle o cupolette che fluttuavano in un bacino (lekáne) pieno di acqua posto in mezzo ai convitati. Per vincere bisognava farle rovesciare.

 

***

 

Il gioco si basa, dunque, sulla rottura dell’equilibrio del bersaglio, a simboleggiare il vacillare di un innamorato di fronte alla persona desiderata e, infatti, ciascun lancio era ad essa dedicato.

La formula di rito era soi + nome dell’amato (un esempio si trova nella hydria di Phintias, su cui si legge “soi tendi Euthymidei” = “Per te questo, Euthymides”).

 

Phintias (525-500 a.C.), hydria ARV² 23.7. Monaco, Antikensammlungen, inv. J6. Foto da Archivio Beazley.

 

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11 commenti

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    1. Ciao Papagena49, sono felice che hai trovato il mio articolo interessante. La ceramica antica offre una miriade di curiosità e preziose storie e mi piace raccontarle e farle conoscere! Di sicuro troverai interessanti anche gli altri articoli, buona lettura (se ti va)!

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