Il guttus è un piccolo e curioso “vasetto”, un recipiente ceramico che ha da sempre affascinato gli studiosi e incuriosito chiunque per il nome, la forma singolare e gli usi che se ne facevano. Scopriamolo insieme!
Iniziamo…
Da dove deriva il termine guttus ?
Il termine deriva dalla parola latina gutta, ae (“goccia”).
Il guttus, infatti, è una piccola forma ceramica chiusa, avente un bocchino per la fuoriuscita del liquido in esso riposto e un foro in alto per riempirlo. In pratica, è una piccola ampolla dal collo stretto usata per versare liquidi.
A cosa serviva il guttus?
Abbiamo detto che il guttus è una piccola ampolla usata per versare liquidi. Ma dove erano versati quest’ultimi? Due parole: luce e cibo! Esso era usato per versare l’olio nella lucerna, come poppatoio per i bambini piccoli (ecco perché spesso è definito antenato del moderno biberon) e come giocattolo.
Andiamo con ordine…
1. Ampolla per l’olio della lucerna
La lucerna è un piccolo reperto in terracotta o metallo, in genere bronzo, che serviva per illuminare gli ambienti. Il suo funzionamento era identico alle nostre antiche lampade a olio: vi era una piccola vasca che conteneva il liquido infiammabile, lo stoppino e almeno un beccuccio da dove il fuoco veniva innescato e la fiamma ardeva alimentata dal sottostante olio. La struttura di questo reperto è rimasta pressoché identica nei secoli, ma la tipologia comprende diverse forme.
Nella ricerca delle immagini per questo approfondimento, mi sono imbattuta su questi due siti:
- http://www.museodelloliosava.it/l-esposizione/la-lucerna.html
- http://www.museobiassono.it/italiano/Mostre/Lucerne/force-download.php?file=__/GuideMostre/2002-GRAL-LeLucerneAntiche.pdf.
Consiglio a tutti vivamente di visitarli perché sono davvero ben fatti, spiegano le lucerne e il loro funzionamento molto bene e hanno un interessante apparato fotografico!
Torniamo al nostro guttus… esso, quindi, serviva a riempire il serbatoio delle lucerne con olio di oliva o di altro tipo (vegetale o animale) già stipato in contenitori più grandi.
2. Poppatoio
Questa di certo è la funziona più affascinante del guttus!
La presenza di un serbatoio e di un beccuccio (più piccolo del precedente tipo) rendeva il guttus perfetto per essere usato come poppatoio, una sorta di antenato del moderno biberon. Questa particolarità è fondamentale per comprendere come anche nel passato le donne non si limitavano ad allattare i bimbi al seno, ma integravano con l’assunzione di latte animale.
3. Sonaglio/giocattolo
Se ci concentriamo sulle forme particolari che il nostro guttus con funzione di poppatoio poteva assumere, vedremo che è paragonabile a un piccolo giocattolo in terracotta. La finalità era certamente legata alla sfera ludica e, quindi, per catturare l’attenzione dei bambini durante e dopo il pasto: porcellini, cinghiali, volatili (come papere o colombe), topolini, gatti, cani, delfini, cavallucci, sirene (nella forma ornitomorfa, cioè di uccelli con testa di donna), ecc.
Spesso, inoltre, i gutti contenevano una pallina di terracotta all’interno che, una volta agitati dopo la poppata, diventavano dei deliziosi sonagli: questo tipo è definito guttus tintinnabula, proprio perché emettevano un suono simile a un tintinnio.
Ma perché il guttus è così affascinante dal punto di vista antropologico?
La verità è che qualsiasi cosa oggi usiamo ha profonde radici nel nostro passato, nelle culture che ci hanno preceduto: un uomo che riempie una lampada a olio, una madre che allatta il proprio bambino, un bimbo che gioca con un sonaglio a forma di pupazzetto: sono immagini ancestrali della nostra memoria e della nostra vita presente, immagini che si perdono nel ricordo e nel tempo…
E detto ciò, voglio anch’io un guttus a forma di porcellino! Ridete e storcete il naso? Daaaaiii… che lo sappiamo tutti che l’idea sconfinfera anche voi! 😉
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