CHI è IL PITTORE DEI PORCI E PERCHé SI CHIAMA COSì?
Caratteristica comune nella ceramica ateniese è che spesso i pittori non firmavano le proprie opere. Gli studiosi moderni, quindi, usano dei nomi convenzionali per poterli indicare. Uno di questi è il Pittore dei porci, chiamato così per un famoso vaso con dipinti due maiali.
Il pittore, databile al secondo venticinquennio del V secolo a.C. (475-450 a.C.) dipinge unicamente grandi vasi, per lo più crateri a colonnette e pelikai e , in misura minore, anfore e hydriai.
Facciamo un po’ di chiarezza prima di continuare:
- Il cratere è una forma vascolare di medie o grandi dimensioni, corpo ovoidale, larga imboccatura e due anse ai lati. Era usato per mescolare l’acqua col vino in percentuali che andavano da 1:1 a 10:1 al fine di diluire il vino, troppo denso nei tempi antichi. Esistono diversi tipi di cratere, quello a colonnette presenta anse formate da due steli di forma cilindrica e terminanti con un elemento orizzontale che le lega al labbro.
- La pelike è una sorta di anfora, la cui parte inferiore si rigonfia in modo da somigliare a un’otre.
- L’anfora è un vaso di medie e grandi dimensioni, con corpo ovoidale, imboccatura ristretta, anse verticali e simmetricamente poste sulla spalla. È un contenitore usato per conservare il vino o l’olio e solo occasionalmente per trasportare acqua.
- L’hydria è un vaso per contenere, trasportare e versare l’acqua.
TEMI DEL Pittore dei Porci
I suoi interessi mitografici sono piuttosto limitati. Nella fase centrale della sua attività, rappresenta le imprese di Teseo su numerosi vasi, ma gli sono attribuiti anche un cratere a colonnette con scena di Centauromachia (lotta tra Greci e Centauri) e uno con Poseidone e Anfitrite, una pelike con Zeus e Ganimede (?) e un’anfora con Eos e Tithonos. Gli sono attribuiti anche vasi con scene dionisiache (Dioniso e Arianna sul carro, corteo di Dioniso con satiri e menadi, satiri in scene di vendemmia o di inseguimento).
Più frequenti sono le scene di genere: particolarmente numerose sono le scene di komos (Corteo festoso che andava in giro per la città dopo un banchetto, cioè il simposio) e di conversazione, ma gli sono stati attribuiti anche vasi con atleti e con scene di simposio, di libagioni, di offerta, di canto, danza e gineceo. Tema dominante è, quindi, la rappresentazione della vita quotidiana (cfr. Giudice 1970, p. 74).
Uno dei suoi vasi più famosi è la pelike ARV(2) 564.27 raffigurante due porci e conservata al Fitzwilliam Museum di Cambridge (inv. GR9.1917).
Essa rappresenta due campagnoli, un maiale grande e un piccolo maialino. Sul lato secondario vi sono un uomo con bastone e un ragazzo.
Concentriamoci sul lato principale. L’uomo sulla sinistra indossa un pilos (tipico copricapo usato dagli artigiani, viandanti, marinai e pescatori) e alza la mano destra, mentre la sinistra regge l’estremità del sacco che è stato lanciato sulla spalla. L’altro uomo indossa solo un pezzo di stoffa intorno ai fianchi e una fascia attorno ai capelli e porta due canestri su un bastone. Il suo braccio è contrassegnato da quella che sembra una fascia nera ma probabilmente è una goccia di vernice. Entrambi i maiali hanno criniere ispide e code ricce e si annusano a vicenda (CVA Cambridge, Fitzwilliam Museum 1, 34, tav. (271, 272) 33.2, 34.4).
I due campagnoli potrebbero essere identificati come Odisseo, sulla sinistra, ed Eumeo, sulla destra.
Il mito narra, infatti, che Eumeo era il porcaio di Odisseo e che, negli nei quali il padrone fu lontano da Itaca, cercò di salvaguardare i beni reali in nome della sua fedeltà. Fu il primo ad accogliere il re al ritorno e introdurlo fra i Proci che assediavano Penelope. In realtà era figlio del re dell’isola di Siria, Ctesio, ma la schiava a cui fu affidato infante lo fece rapire dai pirati per poi venderlo come schiavo. Fu così acquistato da Laerte, padre di Odisseo (cfr. Grimal 2005, p. 268).
Il lato B, infine, rappresenta una scena di conversazione tra un uomo con bastone e un giovane, entrambi ammantati.
Riferimenti bibliografici:
ARV(2): Beazley, J. D., Attic Red-Figure Vase-Painters, 2nd edition, Oxford 1963.
CVA: Corpus Vasorum Antiquorum
Giudice, F., Due pelikai del Pittore dei porcinella collezione Navarra di Gela, in Cronache di Archeologia e Storia dell’Arte IX, 1970, PP. 69-76.
Grimal, P., Enciclopedia della Mitologia, Garzanti, Milano 2005, pp. 623.
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