La ceramica è una classe di materiali che comprende oggetti fittili, cioè fatti di argilla impastata e cotti al forno: vasi, laterizi, tegole, terrecotte architettoniche (acroteri, antefisse, lastre di rivestimento, ecc.), statuette votive, lucerne, ecc.
Concentriamoci sulla produzione vascolare!
Il termine “ceramica” è connesso con quello del Ceramico ateniese (Κεραμεικός), il quartiere della città di Atene in cui si trovavano le officine dei vasi. Il termine deriva dalle radici dei verbi κεράννυμι (mescolare) e κάμινος (cuocere).
1.
Argilla
È un sedimento di grana fine (le dimensioni dei granuli sono inferiori a 3,9 μm di diametro) risultato dell’erosione, della disgregazione, del trascinamento e della deposizione di altre rocce. Giacimenti di argilla sono localizzati spesso nei depositi fluviali, lacustri o marini. È costituita sia da minerali argillosi (es. caolinite) che non argillosi (es. silicati, calcite, ossido ferrico, ecc.), che ne determinano la varietà di colorazione.
Per un approfondimento sugli aspetti chimico-fisici, consiglio la lettura della tesi di Daniela Maria Battaglia pp. 2-25
Le caratteristiche:
- finezza
- plasticità – dipende dalla finezza dei granuli costituenti, dalla presenza di acqua di costituzione e dalla capacità assorbente.
- capacità assorbente
- indurimento in fase di essiccazione
- riduzione di volume in fase di essiccazione e di cottura – in conseguenza dell’evaporazione dell’acqua di costituzione e igroscopica
- porosità – inversamente proporzionale alla riduzione: tanto maggiore è il ritiro, tanto minore è la porosità.
- refrattarietà
- fusibilità – oltre i 1000º C
- impermeabilità
- colore in natura – grigio, verde, azzurro, bruno, nero, rosso, bianco, giallo. Varia dopo la cottura.
- resistenza agli urti e agli shock termici dopo la cottura
I tipi:
- argille magre. Sono argille troppo calcaree o sabbiose e poco plastiche. Necessitano della depurazione prima di essere lavorate, al fine di eliminare gli inclusi presenti.
- argille grasse. Sono argille troppo plastiche e non mantengono la forma che viene loro data. Necessitano l’aggiunta di degrassanti (es. quarzo, sabbia, resti vegetali sminuzzati, terracotta macinata fine, dette chamotte) che ne riducano la plasticità e che danno, ultimata la cottura, maggior resistenza agli urti e agli shock termici. Non sempre la presenza di essi è intenzionale: ad esclusione della chamotte, la presenza dei degrassanti può essere accidentale. Gli indizi per capire che si tratta di una scelta di lavorazione voluta sono l’omogeneità e gli spigoli vivi del materiale proveniente da macinazione.
2.
Terminologia base
3.
Le fasi di produzione di un vaso
- estrazione dell’argilla
- stagionatura
- depurazione
- mescolare l’argilla con l’acqua ed eventuale aggiunta di sgrassanti
- foggiatura
- essiccazione
- aggiunta anse e piede
- decorazione
- rivestimento
- cottura
Si rimanda alla pagina Fasi di produzione di un vaso
4.
Gli usi
Le forme della ceramica nascono da necessità d’uso domestico, quali:
vasi per trasporto e conservazioni di liquidi (acqua, vino, olio) e derrate deperibili (grano)
vasi da mensa, per il servizio
vasi da mensa, per bere (detti “vasi potòri”)
vasi da toeletta, per contenere oli profumati.
vasi per riti funerari
5.
Gli strumenti essenziali per lo studio della produzione vascolare
Si rimanda alla pagina Strumenti per lo studio della produzione vascolare
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Vuoi approfondire? Sul web si trovano centinaia di siti (non tutti affidabili!) sulla ceramica antica, io ti consiglio di consultare la voce “Ceramica” sull’Enciclopedia dell’Arte Antica e di leggere l’approfondimento di Enrico Giannichedda e Nicoletta Volante, troverai tutto quello che occorre sapere.
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